La CGIL e l'ospedale di Pescia: la discussione si faccia su tutto e in modo trasparente

Non è nostra abitudine alimentare polemiche sterili di cui non si comprendono le finalità se non quelle di visibilità personale.
Ci riferiamo all’intervento di Andrea Giuntoli sulla cronaca de “La Nazione”, sulla riorganizzazione dell’Ospedale e sulla esternalizzazione dei servizi.

Su questa ultima parte, solo per dovere di cronaca, vorremo ricordare che la CGIL ha sempre contrastato duramente le esternalizzazioni (basta rileggersi la rassegna stampa all’epoca dell’appalto del guardaroba e lavanderia) battaglie su cui in particolare proprio Giorgio Tolari è stato in prima fila, con qualche risultato, come prova il fatto che, contrariamente alla maggior parte delle altre realtà (vedi il comune di Pescia dove l’esponente DS esercita il proprio ruolo politico), siamo ancora ad una gestione diretta delle cucine e delle centrali termiche, anche se purtroppo non sappiamo sino a quando questa potrà essere mantenuta.
Non crediamo che all’esponente DS pesciatino sfugga che da diverse finanziarie, contrastate duramente anche queste dalla CGIL, con 7 (sette) scioperi generali si è operato un ripetuto blocco delle assunzioni e che anche in questa si preveda di sostituire un dipendente pubblico ogni 4 che se ne vanno!!!
Ci pare sicuramente un ottimo sistema, lo diciamo con un po’ di ironia, per garantire anche nel futuro la possibilità di mantenere i servizi da parte del pubblico senza privatizzarli; ci auguriamo che anche su questa battaglia di ordine generale, che avrà ripercussioni sul particolare, i DS di Pescia e tutta la sinistra siano al fianco della CGIL nelle iniziative di contrasto.
Delle sperimentazioni poi che hanno avuto epiloghi negativi in passato, ci ricordiamo in particolare quella dell’Area a Gestione Sperimentale della Val di Nievole, epilogo che non crediamo possa certamente essere imputata alle Organizzazioni Sindacali se è vero come è vero che soprattutto il dirigente CGIL in questione, non si è trovato, anche in questo caso, in grande compagnia nella battaglia a favore dell’autonomia di questa realtà.
Per quanto invece concerne la ristrutturazione dell’ospedale di Pescia, siamo francamente stanchi di questi interventi a corrente alternata che, una volta l’anno, esprimono la preoccupazione sul futuro dell’Ospedale di Pescia: non si garantiscono le prospettive di una struttura, ed aggiungiamo di una intera comunità, occupandosene quando fa comodo e magari per soli fini di visibilità politica.
Per queste cose si lotta quotidianamente e non solo sui giornali: proprio il dirigente che viene citato dall’esponente DS, ha avanzato critiche ripetutamente, senza purtroppo avere conforto dallo stesso e da altri, le precedenti e l’attuale dirigenza USL sul problema dei finanziamenti strutturali che permettano al nostro ospedale di guardare serenamente al futuro. Solo ad esempio, sicuramente Giuntoli passa quotidianamente davanti la struttura della ex filanda, sede futura di importanti servizi per il nostro ospedale ed avrà certamente visto che da tempo i lavori sono fermi: peccato non aver letto niente di suo in merito.
La riorganizzazione ipotizzata, lo ripetiamo già dall’allora direttore Domeniconi, non si basa su un cattivo funzionamento degli attuali reparti, ma su una impostazione dettata dal Piano Sanitario Regionale, già adottata in altre realtà, sulla cui base si stanno costruendo i nuovi ospedali e che porterà, nel caso dell’ospedale di Pescia, ad una aumento di circa 20 posti letto e non ad una loro riduzione quando l’intero processo riorganizzativo sarà terminato. Il problema quindi, non è la riorganizzazione in quanto tale, ma è come questa viene fatta: per questo abbiamo già impegnato l’Azienda a dettagliare puntualmente il piano di ristrutturazione in merito sia alla struttura, sia alle dotazioni organiche, sia alla formazione professionale su queste nuove modalità.
Abbiamo già detto e lo ripetiamo, che non concorderemo mai con una ristrutturazione qualsiasi, proprio perché la stessa deve garantire certezza sul futuro di questo ospedale e perché questo avvenga, le scelte non potranno essere certamente impostate solo sull’ottica del semplice risparmio né in termini di investimenti strutturali nè di personale, proprio perché le perplessità che hanno avanzato ed avanzano i lavoratori sono comuni alle nostre e sino a che non saranno interamente fugate non ci potrà mai essere il nostro assenso.
Investimenti che non potranno riguardare il solo ospedale ma anche l’intera rete dei servizi territoriali che verranno investiti in pieno da queste nuove modalità assistenziali
Vogliamo infine ricordare a chi si dimostra così esperto in scienze sanitarie, e noi non lo siamo certamente, che il cambiare organizzazione in sanità, non è sinonimo di una regola di abbattimento di qualità: solo per fare un esempio, ma ne potremmo fare molti, la nostra oculistica ricoverava qualche anno fa per 7 giorni i pazienti per gli interventi che oggi vengono risolti in un giorno e non crediamo che ciò possa far mettere in dubbio la qualità e la professionalità presente in questo reparto oppure che il cittadino sia meno soddisfatto.
Invitiamo quindi chi vuole sinceramente adoperarsi per il futuro (ma era meglio occuparsene anche nel passato) dell’Ospedale di Pescia, a farlo quotidianamente perché di questo sentiamo il bisogno, senza inutili polemiche di cui, ripetiamo, non comprendiamo le reali finalità.
Ai partiti, così attivi (nessuno escluso) al momento della definizione degli assetti di potere della società della salute e poco inclini al lavoro quotidiano sul territorio, chiediamo di stare al merito con maggiore misura.

Fabrizio Baldi
Segreteria CGIL Pistoia
Responsabile Sanità ed Enti Locali