Davvero tra Grazia Francescato, che abbiamo avuto il piacere di ospitare quest’anno a CGIL INCONTRI a Serravalle e gli “ecologisti” nostrani, lo stile è assai diverso.
Prendendo spunto da una mia intervista alla Nazione di domenica Andrea Pacini e Fabrizio Geri mi danno “dell’ambientalista dell’ultim’ora” e “minacciano” di inserire parti della piattaforma CGIL nel loro programma.
Nelle prossime settimane, presenteremo in incontri con tutti i candidati il nostro modesto contributo (una decina di cartelle) e lì, appunto pubblicamente ci potremo confrontare.
Ora, mi si perdoni un inciso quasi per fatto personale: non so dove erano Geri e Pacini nel 1981 quando io ed altri, l’assessore all’ambiente Rino Fragai, l’ex dei verdi Roberto Giuliani (immagino tra i reprobi ambientalisti del partito democratico) e un arco di forze da Democrazia Proletaria, al PdUP, all’allora FGCI, all’ARCI, i Verdi ahimè non esistevano neanche come movimento, promossero una serie di manifestazioni di respiro anche regionale per il riconoscimento di un’area umida come il Padule di Fucecchio a patrimonio ambientale e oasi protetta.
Immagino che Geri e Pacini immaginino i “confronti dialettici” in un’area ad alta densità di cacciatori.
Qualche lustro dopo i risultati ci sono stati, ma era dal 1971, dalla conferenza di Ramsar in Iran che le istituzioni internazionali ce lo chiedevano e ci vollero alcuni baldi giovani in epoche di scarsa cultura ambientalista a sollevare il problema.
Poi sempre per fatto personale, ricordo di essere stato iscritto a Lega Ambiente Valdinievole per buona parte degli anni 80 ed aver preso parte ad ogni genere di iniziativa ambientalista cosa assai irrituale per uno della CGIL.
Quindi accetto l’accusa di essere mio malgrado un “vecchio” ambientalista, non direi proprio dell’ultim’ora. Detto questo passiamo alla sostanza delle critiche dei verdi pistoiesi che, mi si perdoni, sembrano racchiudere il loro orizzonte strategico in un perimetro che va dall’ospedale a Panorama alla Marr.
Quello del consumo del territorio è un tema che poniamo ossessivamente agli amministratori e pubblicamente, è parte di accordi tra le parti sociali e le associazioni del manifatturiero, è uno dei temi del dibattito a Pistoia.
Ricordo un mio intervento sempre ospitato dalla Nazione il 26 Maggio del 2005, che ha ricevuto 11 interventi contrari essenzialmente da parte dei vivaisti, ma anche da qualche autorevole amministratore e 1 a favore.
Verdi silenti.
Ricordo una battaglia pubblica e nelle istituzioni contro la richiesta di far nascere sulle ceneri del fallimento Salvestrini un mostro nel cuore della città, proposito poi sventato e che ci ha fatto meritare l’accusa di essere il “partito del fallimento delle imprese” (2005-2006); ricordo la battaglia feroce contro il cambio di destinazione d’uso della ex Permaflex (roba recente) o un violentissimo consiglio comunale aperto a Montecatini nel quale la CGIL ha accusato il partito della speculazione (esistono i verbali) di fare scempio di città e di occupazione (2005).
I verdi? Boh?
Confermo l’impressione di un ambientalismo di maniera e di un rischio di consumo del territorio che ha radici lontane e che non iniziano con l’uscita dei verdi dalla maggioranza del comune.
E’ un fatto serio. Se si potesse discuterne per una volta senza dietrologie e senza pensare a qualche voto in più sarebbe un bene per la civiltà della democrazia.
Infine un’annotazione sulla CGIL.
Siccome quell’intervista ha suscitato reazioni infastidite da una parte e dall’altra, non per equilibrismo, ma perché è quello che pensiamo, continueremo a dirlo. Naturalmente nella misura di cui siamo capaci.
Daniele Quiriconi