I consumi di acqua, nel nostro Paese, vanno ridotti perché, come tutti sappiamo, l’acqua non è una risorsa infinita e quella disponibile va preservata. Bene quindi gli investimenti per non disperderla nel percorso fino alle nostre case e benissimo promuoverne il risparmio nel consumo domestico e, ancor più, nell’uso industriale e per l’irrigazione.
Ma se questo si traduce in un aumento delle tariffe e dei costi delle famiglie allora qualcosa in questo meccanismo non funziona!
La legge Galli per prima, produce questo effetto e la stessa logica della tariffa, cioè della distribuzione di tutti i costi, sulla bolletta, dimostra i suoi limiti.
E’ certo giusto pagare ciò che si consuma, siano esse risorse o servizi, ma non è accettabile che cittadini dello stesso Paese debbano sopportare costi diversi per lo stesso bene, a seconda dei maggiori o minori investimenti da sostenere, frutto delle diverse scelte fatte negli anni o nei decenni precedenti, oppure della migliore o peggiore efficienza del sistema adottato nel proprio territorio.
Così in Toscana, ed anche a Pistoia, si scaricano sui cittadini i costi degli ATO, troppi a detta dello stesso Assessore Regionale Fragai, delle troppe aziende, spesso aziende che non brillano per efficienza e costosamente amministrate. Publiacqua, tanto per fare un esempio, ha la bellezza di18 consiglieri di amministrazione.
Ed altrettanto si scaricano sulle spalle dei pistoiesi (e dei fiorentini, dei pratesi, ecc. ecc.) costi di investimenti su grandi infrastrutture che dovrebbero, con ogni logica, essere a carico della fiscalità generale e finanziati dallo stato.
Parlare quindi per questo settore di ulteriore liberalizzazione, come pare invece previsto dai provvedimenti del Ministro Lanzillotta, sarebbe una scelta sbagliata e da contrastare.
La stessa legge Galli, che pure stabilisce la proprietà pubblica dell’acqua e l’impegno a ridurne i consumi, è contraddittoria e contribuisce a creare il paradosso per cui i più virtuosi saranno più tartassati e deve essere corretta.
Infine, prima di decidere a cuor leggero di aumentare le tariffe, si provveda quanto prima ad intervenire con la Legge Regionale sui Servizi Pubblici Locali, riducendo drasticamente il numero degli ATO e dei loro consiglieri (che costano!) si riducano le aziende -massimo una per ATO – che si tratti di acqua, rifiuti ecc, e si riducano subito i 18 consiglieri di Publiacqua. In tempi di vacche magre e di sforzo per risanare e ammodernare il Paese sono lussi che non ci possiamo proprio permettere.
Dopo tutto ciò, potremo discutere più serenamente di tariffe, con i cittadini certi di dover pagare per quello che in effetti consumano e che, giustamente, va pagato.
La Segreteria CGIL Pistoia