I dati dell’analisi congiunturale di Assindustria così come quelli presentati nel convegno della CGIL del 5 Dicembre, confermano la fase di progressivo declino del nostro tessuto economico.
Centinaia di posti di lavoro stanno saltando nel mobile, nella moda, nel metalmeccanico, nella chimica, con alcuni capisaldi della nostra economia industriale da Ansaldobreda, alla Mas, alla S.Gobain, che hanno ridotto il personale e attraversano riorganizzazioni dall’esito incerto.
La situazione fallimentare delle Terme ed i riflessi sull’economia della Valdinievole è nota, aumentano i licenziamenti nel turismo e nel commercio e per la prima volta da 10 anni, esplodono anche quelli in edilizia come effetto dell’attesa, ma non per questo meno grave, fine della bolla speculativa immobiliare.
Il tutto accompagnato da una riduzione secca dell’importo medio, su scala provinciale, del salario da lavoro dipendente, indice di una cattiva qualità del lavoro, di contratti precari, temporanei e del diffondersi di lavoro grigio e nero.
Tutto perduto?
No, però bisogna cambiare passo; io credo che come abbiamo cercato di dire nel “ Progetto per Pistoia” tra CGIL CISL UIL e Assindustria sia necessario intervenire su 3 assi:
- una diversa programmazione del territorio;
- un diverso marketing territoriale anche al fine di attrarre nuovi investitori;
- una semplificazione della burocrazia per favorire l’avvio di nuove attività.
Sul primo punto sarebbe importante un diverso rapporto tra amministrazioni comunali, magari con il coordinamento dell’amministrazione provinciale, anche per dare senso e continuità al protocollo sulle aree sottoscritto sotto la spinta delle polemiche per “l’area MARR” di Bottegone. Certo quando, come è successo alla riunione dell’ultimo tavolo di concertazione del 28 Gennaio, qualche sindaco improvvisatosi analista finanziario planetario, decreta la morte dell’industria a vantaggio dei villaggi turistici in collina, o quando sempre in quella riunione, che doveva varare le priorità pistoiesi (discusse da mesi) da inserire nel Piano di Sviluppo Regionale, si è assistito, tra lo sbigottimento generale, alla presentazione all’ultimo secondo di un progetto del comune di Pistoia che parla di “urban centre” centri di formazione, auditorium ed altro nelle aree ex Breda, senza averlo discusso con nessuna delle rappresentanze del territorio, lo sgomento aumenta.
Promuovere il territorio significa uscire da una visione di sola nicchia turistica, e affrontare la sfida già vinta con successo da tante realtà europee, che magari hanno speso meglio di quanto non si faccia anche a Pistoia i soldi dell’Europa, Manchester, Saragozza, Valencia, Liverpool, Bilbao, si potrebbe continuare all’infinito, anche attraverso la costituzione di vere e proprie agenzie per l’attrazione degli investimenti stranieri che valorizzino le ragioni per cui è vantaggioso, in un quadro di competizione globale territoriale spietata, investire qui.
Naturalmente bisognerebbe mettere ordine in quanto già attivo, specie se non molto efficace.
Nei prossimi giorni una delegazione della CGIL di Pistoia si recherà a Manchester, in raccordo con le “Trade Union” inglesi per approfondire il caso di una realtà ex tessile che vanta una delle esperienze più avanzate in questo senso.
Sarebbe bello che, anche attraverso le future attività dell’Osservatorio, con il contributo della CCIAA, delle Fondazioni bancarie, delle amministrazioni locali, il sistema nel suo complesso si facesse carico di guardarsi intorno, di uscire dalle logiche un po’ miserabili e paesane della competizione tra rappresentanze che si contendono il finanziamento per qualche sagra e “scartasse di lato”.
Infine la semplificazione burocratica: non si parte da zero, esistono accordi che hanno provato a mettere in “rete“ le varie agenzie, gli enti, i Suap già dal 2002, ma non hanno funzionato.
Credo che approfittando della disponibilità avanzata dalla regione Toscana a finanziare un progetto pilota a Pistoia, come emerso dall’incontro avuto con sindacati e Assindustria il 23 Gennaio scorso, si possa fare un salto in avanti.
Però bisogna cambiare passo, insieme a tutta la rappresentanza associativa e non, del territorio, perché i tempi tra un’idea e il suo sviluppo sono insopportabilmente lunghi e non è solo un problema della politica e delle pubbliche amministrazioni.
Daniele Quiriconi
Segretario Generale CGIL Pistoia