L’”outing” pubblico sul Tirreno del Sindaco Mochi dopo che al tavolo di concertazione aveva dichiarato:
“mi meraviglio che tutta questa gente sia qui a discutere del manifatturiero, lì non c’è futuro, il futuro è solo nel turismo... mi meraviglio dei sindacati etc…”, non meriterebbe risposta se non per il carattere intimidatorio: “Quiriconi ha superato il limite” (quale?) rivolto alla CGIL e al suo Segretario.
E’ dalla seconda internazionale e dai tempi dello scontro sul piano del lavoro di Di Vittorio con Nenni e Togliatti che la politica dice alla CGIL di occuparsi di fabbriche che allo sviluppo e alla società ci pensa il Partito.
Ma sono passati 60 anni!
Oggi i piani di sviluppo locale, il tavolo di concertazione provinciale e regionale, sono luoghi e strumenti animati dal contributo del sindacato e nei quali si discute da anni di programmazione anche se il Sindaco non se ne è accorto.
E’ la concertazione moderna, nel caso della Regione Toscana codificata anche da leggi ad hoc che a Mochi possono non piacere (anche la destra del resto è contraria) ma non consegna a lui ne’ ai suoi eventuali consiglieri e “ghostwriter” il diritto di veto sulle opinioni di altri.
Se tutti gli indicatori economici: investimenti, reddito prodotto, numero di laureati, qualità del lavoro, numero di imprese chiuse, più alto numero di precari a un anno dall’assunzione, ci collocano ultimi o penultimi in Toscana come sottolineato dai pregevoli report del comitato scientifico dell’Osservatorio che Mochi, pur avendo contribuito a finanziare, probabilmente non ha neanche letto, forse bisogna affrontare lo sviluppo del territorio in modo diverso.
Del resto, pur confusamente, lo stesso sindaco ricorda alcuni differenziali competitivi sfavorevoli, ma gli domandiamo: dobbiamo solo prenderne atto?
Il costo delle aree è indipendente dalla politica urbanistica dei comuni?
E quando si parla di differenziale di costo del lavoro gli risulta che a Siena, Arezzo o a Treviso dove gli investimenti sono 10 o 50 volte superiori sia più basso?
O ci vuole indicare come modello la Romania?
E sul piano infrastrutturale sicuro che siano tutti messi meglio?
Avere in mente una società che coniughi industria, terziario avanzato, turismo e commercio di qualità e se permette signor Sindaco, anche un lavoro di qualità, è l’ABC per chi fa rappresentanza economica e sociale, ed è la sfida delle più avanzate realtà italiane ed europee.
Quanto ad occuparsi di lavoratori, non dubiti il Sindaco di Serravalle, è anche così che lo si fa e a giudicare dai risultati e dal consenso, con qualche riconoscimento dai diretti interessati.
Se poi vuole contestare la gestione di qualche vertenza, dalle Terme, alla Breda, all’Asl, può cercare di farsi eleggere negli organismi dirigenti per dire la sua.
A proposito, visto che nell’incontro sul bilancio ci ha proposto il raddoppio dell’addizionale Irpef e delle altre tasse locali, cerchi di contenerne l’impatto sui ceti più deboli, come cercheremo di convincerla a fare nel prossimo incontro.
Quanto agli inviti a scendere in politica diciamo che solo una visione da casta chiusa, autoreferenziale e arrogante, che a Pistoia è andata già incontro a qualche rovescio, può immaginare l’esercizio della critica politica come legittima, solo se espressa dalla poltrona di un assessorato. In una società moderna, il ruolo dei corpi intermedi sociali e del sindacato generale, è politico per antonomasia, come certificato dalla storia dell’Italia, storia che un sindaco, ancor più di centrosinistra ed i suoi “ispiratori”, dovrebbero conoscere bene.
Fabrizio Baldi
Simonetta Bartoletti
Valter Bartolini
Gessica Beneforti
Alessando Corrias