SPI Pistoia

ANTIFASCISMO, dalle idee alle azioni

Antifascismo, dalle idee alle azioni.

Il 21 maggio a partire dalle ore 9, al Cinema La Perla di Empoli (Firenze), saranno presentati i lavori del progetto promosso da Spi Cgil e Coordinamento Donne dello Spi Cgil Toscana, che ha coinvolto circa 400 ragazzi delle scuole superiori delle 10 province della regione

TARI: un aumento inaccettabile!

CGIL PISTOIA - CISL TOSCANA NORD - UIL PISTOIA - SPI CGIL - UILP CISL- FNP

Tari un aumento inaccettabile Pistoia, 16 maggio 2019

In questi giorni stanno arrivando ai cittadini della nostra Provincia le bollette sulla TARI con aumenti davvero inaccettabile (in alcuni casi anche oltre il 20%). Leggiamo che si è scatenata una corsa fra partiti politici e amministratori locali per cercare di scaricare responsabilità e di addossare la colpa agli altri.

contrattazione sociale con i Comuni...facciamo il punto della situazione

Care compagne e compagni,
ormai si è conclusa la contrattazione sociale anno 2019.
Meritano alcune riflessioni. Alla fine di questa mia nota ci sarà un appunto che riguarda alcuni "professori o professoresse" che si sono impegnati, con la matita rossa, a segnalare i nostri (presunti) errori e sottovalutazioni.

Intanto, però, vediamo come è andata. Quest'anno abbiamo siglato 9 accordi su 20 Comuni (nel 2018 sono stati 7). Possiamo dirci soddisfatti? diciamo che il bicchiere "è mezzo pieno". Certo abbiamo compiuto passi in avanti ma ancora molto c'è da fare.

In sintesi:

1) quest'anno siamo stati convocati da molti più Comuni degli anni precedenti (17 su 20 - nel 2018 erano stati 13 su 20). Non so se questo è dovuto alla vicinanza, per alcuni di essi, all'elezioni amministrative o al fatto che la situazione più generale del paese ha consigliato molti sindaci (e Partiti) a cercare di recuperare un rapporto costruttivo con le organizzazioni di rappresentanza. Ben venga però questa scelta che ci ha permesso almeno di confrontarci preventivamente (escluso pochi casi) sul bilancio di previsione 2019;

2) una menziona a parte (negativa) meritano i tre Comuni che non ci hanno neanche convocati: Massa e Cozzile, Buggiano e Agliana.

3) così come si svolge la contrattazione non può dare i risultati che vorremo ottenere e questo mi sembra un dato di fatto. Molti sono i motivi:
- la presentazione di una piattaforma unitaria provinciale che spazia su troppi argomenti;
- i tempi che abbiamo nel predisporla sono troppo lunghi;
- si risente della mancanza di proposte e/o progetti più concreti che tengano conto delle singole realtà comunali e su cui coinvolgere i cittadini;
- la lentezza delle Amministrazioni ad avviare il confronto con noi (ed in alcuni casi la poca convinzione nel volerlo fare seriamente);

4) Quest'anno abbiamo inserito per la prima volta in piattaforma due "argomenti": i beni confiscati alle mafie e le politiche di genere. Possiamo dire di avere fatto un buon lavoro sui beni confiscati alle mafie (le Amministrazioni per la prima volta si sono rese conto che potrebbero avere nel loro comune questi beni e si sono rese disponibili, non solo di verificarne l'esitenza ma di concordarne il loro eventuale utilizzo). Non possiamo dire la stessa cosa sulle politiche di genere su cui non abbiamo avuto nessuna risposta (ed anche noi non abbiamo insistito più di tanto). Anche in questo caso dovremo essere meno generci e più propositivi.

Insomma dobbiamo cambiare ancora qualcosa. Direi che ci dobbiamo impegnare affinché dal mese di settembre di quest'anno si parta con la discussione della nuova piattaforma provinciale allegando ad essa progetti e/o proposte che nascono, appunto, dalle "territorio comunale". Le nostre Leghe-SPI dovrebbero individuare alcuni argomenti, proposte, progetti da presentare ai nostri iscritti ed alla cittadinanza, prima di iniziare la contrattazione e su cui chiedere il sostegno (e se necessario, la mobilitazione) nei confronti di quelle Amministrazioni. Insomma un gioco di squadra che deve vederci partire prima, essere più sintetici, puntare ad obbiettivi concreti su cui coinvolgere la nostra gente (e non solo). E dobbiamo organizzare proteste pubbliche nei confronti dei Comuni che non ci convocano o con cui non riusciamo a sottoscrivere intese.

Avere presentato a San Marcello-Piteglio un progetto di telemedicina o avanzare, come abbiamo fatto a Quarrata, un progetto in collaborazione con il Sunia per la ristrutturazione dell'ex ospedale "Caselli" a Quarrata, sono esempi concreti che possono aiutarci per il prossimo anno (come il progetto che stiamo eleborando con la Lega Ugo Schiano, insieme all'Auser, Croce Verde, Voglia di Vivere e Medici CGIL Toscana per cercare di organizzare un "ambulatorio solidale" nel Comune di Pistoia).

Ovviamente, di tutto questo, avremo modo di parlarne ancora e negli Organismi preposti per essere pronti dal mese di settembre. Intanto possiamo anche scambiarci per email le nostre prime considerazioni.

Saluti.

Andrea Brachi
segretario generale SPI CGIL Pistoia

ps: appendice polemica....sento nell'area "sussurri e grida" di qualcuno/a che grida allo scandalo perchè avremo sottoscritto protocolli con le Amministrazioni di centrodestra a partire dal Comune di Pistoia. Ora, è legge scolpita nella pietra che il sindacato non si sceglie i propri interlocutori e ha il dovere di confrontarsi con tutte le sue controparti. La domanda che questi  benpensanti si dovrebbero porre è come mai non è stato possibile sottoscrivere protocolli nella maggioranza dei Comuni amministrati dal centrosinistra (almeno fino ad oggi). Voglio ribadire che noi non siamo insensibili ai programmi della politica ma rivendichiamo la nostra autonomia dai partiti. Sono altresì convinto che i protocolli, gli accordi, i contratti non siano "oro colato" e che sia giusto ricevere critichi e contrarietà: ma stando al merito. Siamo disponibili a confronti su questo. Però, se mi permettete, trovo alquanto bizzarro che queste critiche siano avanzate da alcuni/e di coloro che hanno amministrato, per anni, alcune delle nostre città (perdendo l'ultima tornata elettorale). Dico questo perchè questi lor signori/e nel corso del loro mandato non ci hanno mai convocato (a parte l'anno dell'elezioni amministrative) per la contrattazione sociale. Mai convocati, mai spiegato il perchè non ci convocavano, mai un confronto sulle nostre proposte. Anzi una manifesta ostilità nei confronti del sindacato (e dei lavoratori pubblici). Ecco "un bel tacere non fu mai scritto"....

Sanità toscana, Cgil-Cisl-Uil denunciano le criticità e incalzano la Regione. "Pronti a mobilitarci"

Sanità toscana, Cgil-Cisl-Uil denunciano le criticità e incalzano la Regione. "Pronti a mobilitarci"

Le criticità della sanità toscana: liste d’attesa, ticket, presenza sul territorio.  Ad indicarle una piattaforma approvata stamani a Firenze da Cgil, Cisl e Uil Toscana che si dicono pronte alla protesta se la Regione non avvia un confronto per affrontare i problemi. Basta con gli annunci che restano sulla carta

Superare le liste d’attesa, rivedere i ticket sulla diagnostica e sulla specialistica, investire nella medicina del territorio, nelle cure intermedie e nella domiciliarità. Sono le priorità per la sanità toscana enunciate nella piattaforma approvata questa mattina dagli Esecutivi unitari di Cgil, Cisl e Uil della Toscana riuniti a Firenze.
Il testo è frutto di un lungo lavoro di ascolto dei territori, all’interno e all’esterno dei sindacati, iniziato quasi un anno fa, e che vede come punti fermi “un servizio sanitario pubblico e universale, integrato con il welfare sociale” e la costruzione di “una forte rete di servizi sanitari e sociali integrati nel territorio”.
A partire dalle principali criticità riscontrate, frutto delle valutazioni dei sindacati, la piattaforma contiene una serie di indicazioni concrete:

- rispettare i tempi previsti dal piano nazionale di governo delle liste d’attesa
u (urgente) da eseguire nel più breve tempo possibile e, comunque, entro 72 ore;
b (breve) da eseguire entro 10 giorni;
d (differibile) da eseguire entro 30 giorni per le visite o 60 giorni per gli accertamenti diagnostici;
p (programmata) da eseguire entro 120 giorni
- abolire il fenomeno delle “liste chiuse”
- garantire il diritto del cittadino ad accedere gratuitamente all’intramoenia in
caso di mancato rispetto dei tempi
- attuare le responsabilità dirigenziali in caso di sforamento
Rivedere i ticket sulla diagnostica e sulla specialistica
- abolire il superticket
- rivedere il sistema di compartecipazione per renderlo più equo
Investire nella medicina del territorio, nelle cure intermedie e
nella domiciliarità
- completare entro un massimo di 2 anni l’apertura delle Case della Salute in tutte
le zone-distretto della Toscana (attualmente delle 168 previste ne sono state avviate solo 61 e 17 sono in fase di attivazione).
- attivare i posti letto di cure intermedie necessari collocati preferibilmente nei
complessi ospedalieri pubblici

“Questo documento - hanno detto i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil della Toscana, Dalida Angelini, Riccardo Cerza e Annalisa Nocentini - fa seguito alla piattaforma che avevamo presentato nel 2016, ma a un anno dalla fine della legislatura regionale il tempo per passare dalle parole ai fatti si sta esaurendo. O la Regione apre immediatamente un confronto per verificare la situazione e attuare i correttivi necessari, oppure saremo costretti a mettere in campo anche delle iniziative di protesta importanti per far cambiare le cose, perché così non va. La Regione non può continuare a fare annunci che restano sulla carta, senza farsi carico delle criticità e affrontare i problemi con cui lavoratori e pensionati fanno i conti ogni giorno.”

Sanità: Toscana; sindacati,cambiare su liste attesa e ticket
Liste d'attesa, ticket, presenza sul territorio: questi i punti critici della sanità toscana indicati dalla piattaforma approvata oggi, nel corso di un attivo unitario a Firenze, da Cgil, Cisl e Uil regionali. Le organizzazioni si dicono "pronte alla protesta se la Regione non avvia un confronto per affrontare i problemi", perché la Regione "non può continuare a fare annunci che restano sulla carta, senza farsi carico delle criticità e affrontare i problemi con cui lavoratori e pensionati fanno i conti ogni giorno". I confederali chiedono di superare le liste d'attesa, rispettando i tempi previsti dal piano nazionale di governo delle liste, abolendo il fenomeno delle 'liste chiuse', garantendo il diritto del cittadino ad accedere gratuitamente all'intramoenia in caso di mancato rispetto dei tempi; rivedere i ticket sulla diagnostica e sulla specialistica, abolendo il superticket e rivedendo il sistema di compartecipazione per renderlo più equo; investire nella medicina del territorio, nelle cure intermedie e nella domiciliarità, completando entro due anni l'apertura delle Case della Salute in tutte le zone-distretto della Toscana.(ANSA).

Sanità: Toscana; sindacati, preoccupati per criticità conti
I sindacati confederali toscani esprimono preoccupazione per le ultime criticità emerse riguardo i conti della sanità regionale. "La sanità toscana muove più dell' 80% del bilancio regionale, e i tagli sulla sanità a livello nazionale la stanno influenzando tantissimo", lamenta a margine dell'attivo unitario di oggi Riccardo Cerza, segretario generale della Cisl Toscana, secondo cui a fronte dei nuovi pensionamenti "c'è stato uno spopolamento di infermieri e dottori" e dunque "chiediamo assunzioni". Con eventuali tagli, afferma Dalida Angelini, segretario generale della Cgil Toscana, "non saremmo d'accordo", anche perché "la Toscana aveva già messo in campo tutta una serie di attività di contenimento dei costi, e non si può permettere ancora un taglio sulla sanità". Per Annalisa Nocentini, segretario generale della Uil Toscana, "questo mi preoccupa un pochino meno, se sono 200 milioni che ballano su un bilancio di sette miliardi e mezzo, credo che sia un problema riconducibile a come vengono utilizzate le risorse che ci sono".(ANSA).

Un grande Gianni Rodari ( e pensare che era il 1968...)

 Bussetti: il grembiule rende uguali. Ma Rodari diceva: «La povertà va abolita, non nascosta»

«Avevo il grembiule col fiocchetto», racconta il ministro. «E’ utile alle elementari e medie per ridurre le differenze». Ripubblichiamo il pezzo sul tema del celebre scrittore per bambini

«Il senso di appartenenza al proprio istituto è una cosa bella che uno si porta dentro. Farlo anche attraverso il grembiule potrebbe essere positivo. Potremmo avviare una riflessione se introdurre sempre il grembiule nel primo ciclo di studi, quindi elementari e medie. Anche nelle superiori? Mi sembra eccessivo». Lo ha detto il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, a «Un Giorno da Pecora». «C’è necessità- ha aggiunto Bussetti- di evitare contrasti rispetto a un abbigliamento che potrebbe creare delle differenze da un punto di vista sociale. Si eviterebbe di mettere in difficolta’ alcune famiglie rispetto ad altre».«Quando andavo a scuola- ha concluso il ministro- il mio grembiule era nero con il colletto bianco e il fiocchetto».

Il testo di Rodari

Ecco che cosa scriveva nel 1968 lo scrittore Gianni Rodari sul Corrierino dei Piccoli a proposito della polemica «Ho seguito su un grande giornale una piccola polemica. Questa parola deriva dal greco “polemos”, che voleva dire “combattimento”. Ma per fortuna le polemiche giornalistiche si fanno senza bombe atomiche, con la penna o con la macchina per scrivere. Dunque un noto professore di pedagogia (che sarebbe la scienza dell’educazione) si diceva contrario all’obbligo per gli scolari di indossare il grembiulino, col collettino col fiocchettino: la tradizionale uniforme dentro al quale i bambini dovrebbero sentirsi tutti uguali di fronte al maestro, ma che contrasta con la personalità, lo spirito di indipendenza, la libertà dei bambini. Due madri di famiglia gli rispondevano sottolineando i vantaggi del grembiulino: economia, praticità, igiene, impossibilità (per le bambine specialmente di fare sfoggio di vanità. Voglio entrare anch’io nel “combattimento”. Sono armatissimo, perché ho chiesto l’opinione dei maestri che conoscevo. «Se non ci fosse il grembiulino i bambini poveri avrebbero l’umiliazione di mostrare le loro toppe nei pantaloni ai bambini ricchi, vestiti come figurini». Questo ragionamento non mi convince. La povertà va abolita, non nascosta. Bambini con le toppe nei pantaloni non dovrebbero essercene più, ecco tutto. Un altro maestro mi ha detto: «Il grembiulino aiuta la disciplina. Che cosa ne diresti di un esercito senza divisa, un soldato col maglione rosso, un caporale con il gilè a fiorellini?». Nemmeno questo ragionamento mi convince: la scuola non è una caserma. E sulla disciplina bisogna intendersi bene: secondo me una classe non è veramente disciplinata quando ascolta immobile e impassibile le spiegazioni del maestro, pena un brutto voto in condotta, ma quando sta facendo una cosa interessante, così interessante che a nessuno viene in mente di guardare dalla finestra, o di tirare le trecce alle bambine, o di leggere un fumetto sotto il banco. Un grembiule o magari una bella tuta da lavoro, mi sembra indispensabile se si fa giardinaggio, se si usa la macchina per stampare (molte scuole al usano), se si fanno pitture con grandi pennelli, per non sporcarsi. Cioè. Accetto il grembiule dove e quando è utile e necessario. Come simbolo di uguaglianza, disciplina, eccetera non lo capisco. Il fiocco, poi, dà proprio fastidio. In certe scuole lo fanno portare lungo lungo, largo largo. Prima si vede il fiocco poi il bambino che c’è dietro. Ma forse in quelle scuole li fanno scrivere col fiocco invece che con la penna. Senza offesa per nessuno, ho detto la mia. Se non siete d’accordo non tiratemi le pietre: tiratemi i collettini bianchi, che fanno meno male».