“La diffida della CGIL”.
La riforma dei servizi ispettivi, attuata con decreto applicativo della famigerata Legge 30 porta nuovi attacchi ai diritti e alle tutele dei lavoratori e, contemporaneamente, a favorire il lavoro irregolare.
La riforma dei servizi ispettivi, attuata con decreto applicativo della famigerata Legge 30 porta nuovi attacchi ai diritti e alle tutele dei lavoratori e, contemporaneamente, a favorire il lavoro irregolare.
Siamo ormai vicini alla riapertura degli asili nido e delle scuole materne. Sulla stampa locale troviamo in questi giorni i primi articoli che incentrano la loro attenzione, principalmente, sulle liste di attesa e sui costi che ogni famiglia dovrà sostenere per usufruire di tale servizio.
Il Piano Sanitario Regionale rilancia l’obiettivo ambizioso degli “obiettivi di salute”, come ad esempio la riduzione della mortalità infantile o la riduzione degli infortuni sul lavoro. Per raggiungere questi obiettivi si individuano gli strumenti dei Piani Integrati di salute, che, a livello territoriale, non solo sul sociale e sanitario ma anche su ambiente, formazione, lavoro, ecc., dovranno vedere ASL e Comuni impegnati nella programmazione integrata. In questo quadro assume una particolare rilevanza la sperimentazione della Società della Salute quale valorizzazione delle Istituzioni Locali in un ruolo di programmazione e governo degli interventi sociali e sanitari.
“Una goccia nel mare della finanza pubblica ma un netto colpo di scure sulle spese per investimenti delle Comunità Montane”; così intitolava ieri il Sole-24 ore in un articolo che riassumeva le conseguenze delle scelte del Governo sulla vita delle Comunità Montane.
Mi permetto di riprendere quanto scrive il “Sole-24 ore” che certo non è un quotidiano vicino al Sindacato, ancor meno alla CGIL!
La crisi di risorse del sistema socio-sanitario pubblico costituisce una vera e propria emergenza.
Le scelte del governo contenute nella manovra correttiva dei conti pubblici e nelle decisioni di poli-tica economica che si annunciano, stanno determinando uno scontro e un conflitto istituzionale che ha proprio nelle risorse uno degli elementi centrali.
La Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva la “riforma” delle pensioni, ricorrendo ancora una volta al voto di fiducia.
CGIL, CISL e UIL hanno confermato il giudizio fortemente negativo sul provvedimento e si apprestano a lanciare, da settembre, una forte iniziativa di massa contro la politica economica e sociale del Governo.
Come sindacato desideriamo entrare nel dibattito sulla questione Terme, che da diversi giorni appare sulla stampa. Lo faremo rimanendo con i piedi per terra evitando la gara di chi la spara più grossa.
Non c’è dubbio sulla necessità di affrontare un argomento così delicato con attenzione e responsabilità, ma proprio perché ormai ad un bivio, è opportuno comprendere che una discussione che porti davvero ad una soluzione non può limitarsi né alle terme, né a Vitawell, né alla privatizzazione .